L'interpretazione dei sogni è un argomento che ha affascinato l'umanità per millenni, forse perché è la fonte primaria della cura psichica?
Dai tempi antichi fino ai giorni nostri molti si sono cimentati nell’interpretazione dei sogni. Essi sono stati considerati come messaggi divini, premonizioni o semplicemente il prodotto della nostra mente subconscia. L’uomo si è sempre chiesto cosa sono i sogni e con l’avvento della psicoterapia moderna. L’analisi dei sogni ha assunto un ruolo centrale, grazie alle teorie pionieristiche di Sigmund Freud e Carl Gustav Jung. Infatti, più che interpretazione del sogno, parliamo della sua analisi, del confronto del punto di vista cosciente con le energie che si rappresentano dentro la psiche inconscia.
Freud considerava i sogni come la “via regia” per accedere all’inconscio, una dimensione della psiche che ospita desideri repressi, conflitti irrisolti e memorie dimenticate. Secondo la sua teoria, l’interpretazione dei sogni permette di svelare questi contenuti nascosti, offrendo una via di accesso privilegiata per la comprensione e la cura di disturbi psicologici. Jung, d’altro canto, ampliò l’analisi dei sogni includendo l’idea dell’inconscio collettivo. Esso è una porzione della psiche popolata da archetipi universali che si manifestano nei sogni di tutti gli esseri umani, per questo i sogni non sono solo un residuo del diurno, o un soddisfacimento allucinatorio di desideri repressi.
L’interpretazione dei sogni come pratica terapeutica ha una storia di millenni. Ad esempio in antica Grecia, nei templi di Asclepio (il dio della medicina) c’era uno spazio detto kline (da cui la parola “clinica”) entro il quale il malato doveva giacere una notte in attesa di essere visitato dal dio tramite un sogno. Questo procedimento era detto incubazione e doveva avvenire in uno spazio sacro, il temenos. Alla guarigione che conseguiva l’anima tramite il messaggio divino era conseguente anche la guarigione del corpo.
L'importanza dell'interpretazione dei sogni nella psicoterapia
L’analisi dei sogni offre numerosi benefici nel contesto della psicoterapia. Infatti nel sogno si nasconde il punto di vista più intimo della nostra psiche sul proprio processo di individuazione e sui processi inconsci che la abitano. È un punto di vista autentico e naturale, spesso anche senza le strutture morali o educative proprie del diurno. Sarebbe meglio dire che i sogni sono a-morali, sono al di fuori della morale, della contrapposizione bene e male, buono o cattivo che contraddistingue ogni giudizio cosciente.
Pertanto nei sogni si rappresenta ogni processo della psiche e grazie alla loro analisi è possibile:
- vedere i propri conflitti interiori, nel momento in cui alcune immagini o personaggi del sogno sono in conflitto tra loro rivelano come entro la psiche ci siamo processi o energie non armonizzate, di cui l’Io non è consapevole e che si riflettono sulla modalità di fare esperienza del soggetto;
- facilitare la comprensione di sé, attraverso i sogni, è possibile esplorare come la propria psiche fa esperienza, quali sono le cognizioni e gli immaginari attivi che filtrano gli avvenimenti;
- promuovere il cambiamento, analizzare un sogno può portare a nuove intuizioni, prospettive diverse da quelle che dominano il punto di vista cosciente così da mettere in moto nuove energie e motivazioni per apportare cambiamenti nella propria vita.
L'approccio di Freud all'interpretazione dei sogni
Sigmund Freud fu uno dei primi a sistematizzare l’interpretazione dei sogni come strumento terapeutico. Nel suo libro “L’interpretazione dei sogni” del 1900, Freud propose che i sogni fossero espressioni di desideri repressi e servissero ad un loro soddisfacimento allucinatorio. Attraverso il metodo dell’associazione libera, Freud aiutava i suoi pazienti a esplorare le immagini oniriche e a svelare i significati latenti e nascosti dietro i contenuti manifesti dei sogni.
Freud individuò il processo che opera nei sogni secondo determinate regole, come la condensazione, lo spostamento e la simbolizzazione. Queste permettono di mascherare i veri desideri dietro simboli e immagini spesso criptiche. L’interpretazione dei sogni freudiana si focalizza quindi su come le immagini oniriche rappresentino i desideri inconsci. Questo può permettere al paziente di integrare questi contenuti nella propria coscienza e di lavorare su di essi terapeuticamente.
L'approccio di Jung all'analisi dei sogni
Carl Gustav Jung, sviluppò una visione alternativa sull’analisi dei sogni. Secondo lui, i sogni non riflettono solo conflitti e desideri personali, ma esprimono anche archetipi universali presenti nell’inconscio collettivo.
Jung sosteneva che i sogni potessero fornire una guida spirituale e una via per raggiungere la totalità psicologica, o “individuazione”. A differenza di Freud non ritiene che il sogno porti con sé un contenuto latente ed enigmatico. Secondo lui il sogno è sostanzialmente ciò che si presenta al sognatore. Non vi è alcun enigma da sciogliere, occorre solo apprendere il linguaggio arcaico e analogico del sogno attraverso lo studio dei simboli e degli archetipi. L’analisi dei sogni in chiave junghiana si concentra quindi sul rapporto tra i significati che emergono dal sogno e la coscienza del soggetto. Grazie a questo risulta possibile comprendere meglio il processo di individuazione attivo nella psiche e sviluppare la capacità di rapportarvisi, la cosiddetta funzione trascendente. Attraverso la possibilità di connessione tra pensiero conscio e attività inconscia della psiche autonoma, una specie di congiunzione degli opposti, è possibile raggiungere la completezza
L'approccio di Hillman e il "mondo infero" dei sogni
James Hillman, uno dei maggiori esponenti della psicologia archetipica, offre un ulteriore contributo all’interpretazione dei sogni. Nel suo libro “Il sogno e il mondo infero”, Hillman esplora la dimensione immaginativa e mitologica dei sogni.
Secondo Hillman, i sogni non sono né al servizio né in opposizione al punto di vista cosciente. Essi devono essere considerati come un mondo a sé stante, una modalità di espressione delle energie psichiche dove regnano le immagini e i simboli. Invece di cercare di decifrare i sogni per trovare significati nascosti, Hillman suggerisce di immergersi nelle immagini oniriche e lasciarsi guidare da esse. Questa prospettiva valorizza l’aspetto immaginativo dei sogni e promuove un approccio più poetico e meno razionale all’analisi degli stessi. Ciò avviene grazie ad una soggettività – l’io del sognatore – che sappia calarsi nel sogno e divenire un’immagine collaborante con le altre immagini. Egli definisce questo come “Io immaginale” e ne da la seguente definizione:
“L’Io immaginale deve trovarsi a proprio agio nell’oscurità e muoversi tra le immagini come una di loro […]. Spesso si ha un accenno di questo Io nei sogni in cui ci sentiamo assolutamente tranquilli in mezzo ad assurdità ed orrori che spaventerebbero a morte la coscienza desta.”
Il compito dell’analisi dei sogni diviene pertanto promuovere questa cognizione dell’Io, una presa d’atto della sua parzialità. Questo si tradurrà in una limitazione dei suoi sentimenti di onnipotenza – dai quali deriva anche il senso di colpa – e di narcisismo. Spostare gli immaginari dall’egoico al collettivo entro la psiche è anche una modalità che si può riflettere nel diurno dove il mondo non finisce con l’Io, anzi egli fa parte di una comunità, un collettivo appunto.
Interpretare un sogno
Interpretare i sogni è un compito complesso ed è impossibile farlo da soli, anche per uno psicoterapeuta esperto in ciò. Farlo in autonomia comporta rimanere entro le proprie convinzioni e associazioni, invece occorre seguire le ontologie delle immagini, ovvero gli archetipi che tramite esse si rappresentano. Per cogliere tale finalità, per ogni immagine occorre aver effettuato un lavoro di scavo a ritroso nella storia delle rappresentazioni umane per comprenderne l’essenza, questo avviene anche con lo studio delle etimologie delle parole. Ogni immagine sognata quindi rappresenta solo in seconda istanza un processo personale, ma prima di questo è un “ontologia” un processo collettivo dell’umanità. Vediamo come lo spiega Hillman:
“il mio vecchio maestro o il mio professore non rappresentano soltanto una potenzialità intellettuale della mia totalità psichica. Su un piano più profondo, quella figura è il mentore archetipico, il quale, temporaneamente, in questo sogno, indossa le vesti di quel maestro o di quel professore.”
Passi per analizzare un sogno
Prima di analizzare i sogni occorre poterseli ricordare, infatti essi, come la psiche o anima, sono sfuggenti ed è difficile fissarli in memoria per questo occorrono alcuni accorgimenti:
- Tieni un taccuino vicino a te quando dormiAnnota il sogno appena ti svegli, oppure (se troppo dettagliato) aspetta un po’ e segna l’essenziale che ben ricordi.
- Cerca di comprendere il contesto, la scena in cui è situato il sogno.
- Analizza i simboli principali, utilizza i dizionari dei simboli, i bestiari, le enciclopedie, internet, ecc.
- Stai attento a non attribuire categorie come bene o male altrimenti si rischia di cadere nella superstizione.
- Riscrivi il sogno come fossi uno sceneggiatore, non c’è più un sognatore in prima persona o un protagonista, lo stai vedendo dall’esterno.
- Nei sogni che hai scritto cerca tematiche o immagini ricorrenti, nota come mutano.
Sogni e psicoterapia
I sogni sono una forma di psicoterapia in senso lato del termine. Potremmo definirli come il modo in cui la psiche cura se stessa. Infatti, i simboli che si presentano dei sogni sono il frutto delle energie psichiche che cercano di equilibrarsi e in questo modo si rappresentano ad un sognatore. Quindi il processo curativo parte per prima cosa dal porre attenzione a questa dimensione della propria esistenza che possiamo definire oltre che affettiva, simbolica e immaginativa. È ampiamente risaputo che il solo osservare un dato fenomeno muta le condizioni con cui questo si manifesta, è acclarato nelle metodologie della ricerca sociale e antropologica come nella psicologia sociale, come avviene per il cosiddetto “Effetto Hawthorne“.
Saper osservare l’espressione della psiche ne muta le stesse condizioni con cui essa si esprime. Non è da escludere – e di solito si ha prova nella pratica clinica – che mutando il punto di vista si modifichi anche l’espressione della stessa affettività e dei sintomi ad essa connessi. Detta così sembra essere letterale il fatto che noi siamo creati con la stessa materia dei sogni.
Come specificato prima occorre farlo con metodo e come tutte le pratiche di cura non possiamo affidarci al primo che capita, a guru o a manuali standardizzati. Come tutte le tecniche anche l’analisi dei sogni ha bisogno di una teoria, una tecnica ed esperienza. Per questo è opportuno riferirsi a psicoterapeuti qualificati che offrano formazione e competenze specifiche in questo.
Conclusioni
L’interpretazione dei sogni è una pratica antica e affascinante che continua a offrire preziosi strumenti per la comprensione e la cura di sé. Che si tratti di interpretare i sogni secondo le teorie di Freud, Jung o Hillman i sogni offrono una via unica per esplorare l’inconscio e promuovere il benessere psicologico.
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“Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni”
Ecco link dei testi di riferimento
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