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I cani sognano? Scopri le evidenze sui sogni degli animali


I cani sognano? La risposta è affermativa, tale evidenza comporta anche delle conseguenze etiche e morali che devono condizionare il nostro atteggiamento nei confronti degli animali.

Ti sei mai chiesto se i cani sognano? È una domanda che ha attraversato la mente di molti proprietari di animali domestici. Quando vediamo i nostri cani scodinzolare, abbaiare o muoversi nel sonno, è naturale domandarsi cosa stia succedendo nella loro mente. Stanno forse inseguendo una palla in un prato immaginario o rivivendo una giornata particolarmente eccitante? Questa curiosità non è solo frutto di immaginazione: la scienza ha dedicato molte ricerche per scoprire se gli animali sognano e cosa potrebbero sognare.

Studi scientifici hanno dimostrato che il fenomeno del sogno non è esclusivo degli esseri umani. Gli animali, inclusi i cani e i gatti, gli scimpanzè, i polpi, i ratti, gli uccelli e così via attraversano fasi del sonno simili a quelle umane, il che suggerisce che potrebbero sperimentare sogni. Ma cosa sappiamo davvero sui sogni dei cani e degli altri animali? E quali sono le prove scientifiche che supportano questa ipotesi? Questo articolo esplorerà in dettaglio le teorie scientifiche sui sogni degli animali, le prove che suggeriscono che i cani e altri animali sognano, e cosa potrebbe passare attraverso la loro mente mentre dormono.

Gli animali sognano?

L’idea che gli animali sognino non è nuova. Tuttavia, solo negli ultimi decenni gli scienziati hanno iniziato a esplorare seriamente questa possibilità. Il sonno è un processo complesso e fondamentale per la salute di molti organismi viventi, inclusi gli esseri umani e gli animali. Durante il sonno, il cervello non si spegne completamente; al contrario, alcune aree del cervello sono attive, particolarmente durante la fase REM (Rapid Eye Movement). Questa fase del sonno non è esclusiva di noi esseri umani ed è presente anche nei mammiferi. Inoltre anche il sonno dei pesci ha parallelismi con quello dei mammiferi in quanto vi è una fase di sonno detta  «sonno a scariche lente» (SSL) omologo al sonno ad onde lente, il cosiddetto sonno profondo. A questa si aggiunge  la fase di «sonno a onde propagate» (SOP), la quale ha somiglianze con il sonno REM dei mammiferi. È proprio durante questa fase del sonno che si verificano i sogni più vividi negli esseri umani, e si ritiene che lo stesso accada anche negli animali.

Cosa sognano i cani e cosa sognano gli animali in genere?

Ma cosa sognano esattamente i cani? Anche se non possiamo chiedere loro direttamente, possiamo fare delle ipotesi basate sulle loro esperienze quotidiane. È probabile che i cani sognino attività familiari, come correre, giocare, o interagire con altri cani e persone. In effetti, il comportamento del cane durante il sonno spesso riflette le sue attività preferite o i momenti più eccitanti della giornata.

Il contenuto dei sogni degli animali è un campo di studio ancora in fase di esplorazione, ma possiamo fare alcune inferenze basate sui dati disponibili. Gli studi sui ratti hanno dimostrato che questi animali possono sognare esperienze che hanno vissuto durante la veglia. Ad esempio, i ratti che navigano in un labirinto tendono a rivivere queste esperienze durante il sonno REM, suggerendo che i loro sogni riflettano attività quotidiane. Analogamente, è probabile che i cani, che sono animali domestici molto attivi e sociali, sognino situazioni legate alla loro interazione con l’ambiente e con i loro proprietari. I cani potrebbero sognare di correre all’aperto, giocare con i loro giochi preferiti, o ricevere carezze dai loro proprietari. Inoltre, i cani che hanno subito traumi o esperienze stressanti potrebbero rivivere queste situazioni nei loro sogni, proprio come avviene per gli esseri umani.

Evidenze scientifiche che gli animali sognano

Le prove che gli animali sognano derivano principalmente da studi condotti sui cicli del sonno e sulle attività cerebrali. Di fondamentale importanza sono stati gli esperimenti di Jouvet negli anni ’50 sui gatti domestici. Infatti, grazie a questi si è compreso che nel sonno REM si attivano autonomamente (senza stimoli ambientali quindi) pattern comportamentali specifici i cui impulsi motori sono inibiti dal sistema nervoso stesso. Tuttavia, in gatti con lesioni a livello del ponte encefalico questa inibizioni scomparivano. Così fu constatato che, pur dormendo, i gatti iniziavano a leccarsi, a saltare, a camminare, ecc. Insomma, mettevano in azione concretamente i loro sogni, come avviene in questo video

Altre ricerche svolte su uccelli, come i diamantini, hanno fatto notare come nel sonno questi volatili replicassero perfettamente lo schema del loro canto diurno. Per quanto riguarda i molluschi, c’è anche un documentario intitolato “Octopus making contact” che ci mostra i cambiamenti di colore di un polpo (chiamato Heidi) nel momento in cui sta sognando.

 

Tra gli studiosi più attenti a questo fenomeno vi è D.M. Peña-Guzmán, un filosofo che ha esplorato la natura della coscienza animale. Nel suo lavoro, Guzmán sostiene che la presenza del sonno REM negli animali oltre che suggerire fortemente che essi possano sognare, ci dice che essi posseggono una soggettività e quindi una forma di autocoscienza. Infatti, se l’animale replica degli schemi comportamentali nel sogno e magari li mette in atto secondo una sceneggiatura (fuga, caccia, canto, ecc.) è lecito che vi sia una rappresentazione corporea nel sogno dell’animale stesso. Questa sarebbe l’equivalente animale dell’Io del sognatore il quale è sempre presente come attore/testimone in ogni sogno. Questa rappresentazione corporea rappresenta il senso di continuità e coerenza che l’animale ha della propria corporeità e non è interrotto dal sonno, in pratica quello che per l’uomo chiamiamo autocoscienza.

 

Sogno e coscienza negli animali

Se gli animali sognano e se hanno una rappresentazione del proprio corpo nel sogno come noi, allora essi possiedono una loro propria soggettività. Pertanto, quando si è di fronte ad una forma di coscienza di essa le implicazioni etiche diventano di non poco conto. Infatti, secondo il filosofo Thomson la coscienza è ciò che rivela il manifestarsi di una percezione, è la possibilità di avere una percezione individualizzata della propria esistenza e dell’esistenza delle cose attorno a noi. Quindi gli animali, ad esempio rispetto alle emozioni che provano, avrebbero una qualche figurazione e consapevolezza per cui non vivrebbero solo in un presente indistinto ma potrebbero comprendere quello che gli capita intorno, prefigurandosi la gratificazione ma anche la sofferenza.

Tornando al sogno dei cani e degli altri animali, esso potrebbe rispettare questi vincoli:

  • Presentazionalità, vi è un mondo presente sentito come effettivo e manifesto nel qui e ora.
  • Globalità, si attiva un modalità in cui si è immersi globalmente secondo uno stato di necessità.
  • Trasparenza, l’esperienza che ne consegue è quella del reale e non di un modello simulato.

Facciamo un esempio:

  1. Nel sognare di correre vivo questa esperienza nel qui e ora (presentazionalità).
  2. La mia corsa è immersa in un modo fatto di vincoli che credo come vero (globalità).
  3. Sperimento la mia corsa non come uno spettacolo ma come qualcosa di autentico (trasparenza).

Grazie al rispetto di questi vincoli durante il sogno posso avere la consapevolezza di correre (coscienza fenomenica) e nella veglia posso affermare “ho sognato di correre” (coscienza di accesso).

Nel sogno quindi si sperimenta una forma di coscienza che i filosofi Jennifer Windt e Thomas Metzinger chiamano “Lucidità A”, dove “A” sta per attenzione. Questa è una forma di coscienza dove vi è l’intima e spontanea convinzione di esistere, di essere presenti. E’ assimilabile alla Coscienza Fenomenica, la consapevolezza di esserci. E’ una modalità pre-cognitiva di consapevolezza e viene prima del “penso dunque sono” di Cartesio che anche noi esseri umani sapremmo definire difficilmente a parole. Essa è di fatto presente come modalità affettiva e incarnata di presenza di un essere in un mondo. Anche qui un esempio: anche se non so descrivere a parole l’odore o il sapore di un vino ho la consapevolezza di gustarlo.

Teorie scientifiche sui sogni degli animali

Esistono diverse teorie provenienti dalla ricerca neuroscientifica sui sogni degli animali. Innanzitutto abbiamo visto che modelli animali sono stati utilizzati per studiare il sonno REM come per i gatti lesionati di Jouvet. Se parliamo della funzione del sogno per prima cosa occorre abbandonare, visto che è una teoria superata, l’ipotesi che i sogni siano solo una pulizia delle connessioni cerebrali da un “rumore di fondo” inquinante. 

Invece,  si parla di “simulazioni incarnate” per cui i sogni siano un modo per il cervello di elaborare e consolidare le esperienze della giornata. Per esempio, quando un cane sogna, potrebbe rielaborare eventi vissuti durante il giorno, come giocare con il suo proprietario o esplorare nuovi territori. Come simulazioni possono avere anche un ruolo evolutivo volto a consolidare e rafforzare comportamenti utili alla sopravvivenza. Per esempio, un cane potrebbe sognare di cacciare una preda, perfezionando così le sue abilità in un ambiente sicuro prima di affrontare la realtà.

Sogni e traumi negli animali

Nel testo citato di Pena-Guzman è mostrato come anche gli animali, parliamo di mammiferi come elefanti, scimpanzè, gorilla, possano subire dei veri e propri traumi psicologici, come la precoce separazione violenta dalla madre a causa di bracconieri. L’autore nota come queste esperienze traumatiche possano riverberarsi nel loro mondo onirico deformando l’emotività dell’essere vivente. Ad esempio è citata la storia di un gorilla di nome Michael, il quale nei sogni rievocava l’incubo dell’uccisione della propria madre da parte dei bracconieri. Gli venivano poste alcune domande con la lingua dei segni che aveva appreso ed egli affermava ad esempio di vedere “cattivi uccidono gorilla”.

 

I sogni degli animali e la psicologia archetipica

Fino a qui quanto emerso dalle riflessioni di Pena-Guzman sui sogni degli animali ci offre dei sostegni alla visione del sogno della psicologia archetipica. Infatti, egli sostiene che il fenomeno del sogno si presenti in forma narrativa e scenica ad una forma di coscienza ed è rappresentato non da ripetizioni meccaniche di schemi comportamentali, ma dalla messa in atto di questi schemi in funzione di un fine. 

Per noi psicologi archetipici infatti il sogno è il modo in cui la psiche si rappresenta a se stessa attraverso gli archetipi, che Jung definì appunto come immagini affini a quelli che in etologia sono chiamati i pattern of behavior. Come per i nostri cani, gatti o gli altri animali in generale il sogno è il modo in cui la facoltà immaginativa dell’essere vivente (che noi chiamiamo psiche) prende forma per favorire l’adattamento (animali) o il processo di individuazione (essere umani). 

L’essere coscienti fenomenicamente come avviene nel sogno è una sensazione intimamente connessa alle qualità percepite. Per tale motivo per essere spiegata ha bisogno di ricorrere a forme comunicative non razionali, come il ricorso all’immaginazione. Come si può notare siamo vicini  alla concezione di James Hillman della psiche. Essa si poggerebbe su una base poetica anziché linguistica o concettuale; pertanto si baserebbe sull’espressione estetica di se stessa attraverso un linguaggio fatto di immagini.

 

Differenze tra i sogni degli animali e quelli umani

Sebbene ci siano molte somiglianze tra i sogni degli animali e quelli umani, esistono anche importanti differenze. Gli esseri umani hanno una capacità cognitiva superiore che permette loro di avere sogni molto complessi, che possono includere giudizi secondo la logica, simbolismi, storie e personaggi. Gli animali, invece, potrebbero avere sogni più semplici, legati direttamente alle loro esperienze quotidiane, ai loro bisogni primari, al rafforzamento dei loro pattern of behavior. Tuttavia, questa è ancora una zona poco esplarata della ricerca scientifica, e ulteriori studi potrebbero rivelare che i sogni degli animali sono molto più complessi di quanto attualmente pensiamo.

Conseguenze etiche e conclusioni

Abbiamo avuto una serie di conferme al fatto che i cani sognino, conferme che portano con sé alcune conseguenze che riguardano la presenza di una forma di autoconsapevolezza degli animali. Avere una qualche consapevolezza di sé comporta anche l’espressione di una soggettività e di una capacità di rappresentazione interna del mondo. Da qui nasce l’individualità unica e irripetibile di ciascun essere e i dilemmi etici che ne conseguono. Gli animali non sono quindi una concatenazione meccanica di istinti, ma hanno una loro mente e una loro capacità immaginativa che permette loro di fare un’esperienza individualizzata del mondo. Anche loro hanno un punto di vista, provano gioia o dolore e se lo raffigurano, non possono essere riducibili a “cose”.

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Come i cani, i gatti e i cavalli e probabilmente tutti gli animali superiori, anche gli uccelli possono sognare […] dobbiamo ammettere che anch’essi possiedono un certo potere di immaginazione.

Charles Darwin i cani sognano
Charles Darwin (1809 - 1882)


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