Cosa sono gli archetipi e perché sono utili?

Cosa sono gli archetipi Albero della vita

Gli archetipi sono modelli mentali e di comportamento che si presentano ovunque e sono utili alla nostra sopravvivenza

In questo articolo proviamo a rispondere alla domanda “cosa sono gli archetipi” e a comprendere che utilità possono avere nella vita quotidiana.
Gli archetipi sono modelli universali di comportamento, pensiero e rappresentazione che si ritrovano in tutte le culture e in tutte le epoche. Sono immagini, idee o personaggi che evocano emozioni e risonanza profonde in noi.

L’etimologia della parola “archetipo” può essere ricondotta al greco antico. In particolare, deriva dalla combinazione di due parole greche:

Arche” (ἀρχή): Questa parola greca significa “principio”, “inizio” o “origine”. 

Typos” (τύπος): Questa parola significa “modello” o “forma”. In questo contesto, si riferisce all’idea di un modello ideale o originale da cui altre cose simili vengono create o copiate.

Pertanto, l’archetipo è un concetto che rappresenta un modello originale o un principio fondamentale da cui derivano altre rappresentazioni o manifestazioni. La parola è stata poi adottata in filosofia, psicologia e altre discipline per descrivere simboli, immagini o concetti universali che si ripresentano in diverse culture, opere d’arte o narrazioni, rappresentando un’idea o un concetto profondo e condiviso nell’esperienza umana. 

In mitologia questo è molto chiaro, in quanto gli archetipi si esemplificano soprattutto nelle culture politeiste soprattutto negli dèi, per cui ad ognuno di loro è attribuito un dominio particolare sulla natura (sole, cielo, terra, ecc.) o sugli aspetti che caratterizzano l’esperienza umana (aggressività, amore, astuzia, ecc.)

Gli archetipi in psicologia

Cosa sono gli archetipi

In psicologia, gli archetipi sono stati studiati da Carl Gustav Jung, che li ha definiti come “immagini primordiali” che sono radicate nell’inconscio collettivo. L’inconscio collettivo è una sorta di memoria condivisa da tutti gli esseri umani, che permette di dare forma a immagini e simboli che sono comuni a tutte le culture. 

Semplificando il più possibile possiamo dire che gli archetipi sono l’equivalente per la psiche umana degli istinti degli animali. Infatti, gli istinti non si toccano concretamente ma si vedono nei comportamenti animali. Essi si attivano in base allo sviluppo dell’animale in concomitanza con determinate stimolazioni ambientali  producendo comportamenti tipici, costrittivi e più o meno stereotipati. 

Nell’uomo non si può parlare di istinti, perché manca tale obbligatorietà e stereotipia comportamentale, ma comunque vi è un livello biologico che chiamiamo “pulsione” (cibarsi, riprodursi, ecc.) che necessita di pervenire ad un suo soddisfacimento. Tale pulsione pertanto, prima di divenire un comportamento manifesto, tende a rappresentarsi con immagini mediante delle forme tipiche date dagli archetipi. Queste immagini sono, in principio, collegate ad emozioni primarie (rabbia, paura, disgusto, ecc.) che rendono il comportamento umano meno prevedibile di quello animale. Infine, si aggiunge il lungo tempo dedicato all’educazione che va a formare la coscienza individuale con le sue abitudini, i suoi atteggiamenti e così via. Questi aspetti che rendono il comportamento umano scarsamente prevedibile in termini individuali e fanno sì che l’uomo sia l’essere più adattabile nel pianeta anche grazie alla sua immaginazione e creatività.

Le immagini archetipiche e la psiche

Cosa sono gli archetipi

Procedendo innanzi, ogni manifestazione umana può essere riferibile a qualche archetipo, o meglio a qualche immagine archetipica, quindi che abbia un senso, uno scopo, come lo è per gli istinti e le pulsioni. In base a questo la psiche è per Jung:

“una successione di immagini, non un allineamento accidentale di immagini, bensì una costruzione estremamente sensata e opportuna, un’intuibilità di attività vitali espressa in immagini”.

Seguendo questa prospettiva comprendiamo come l’immaginazione sia la prima forma di pensiero che, tra l’altro, avviene spontaneamente nell’uomo. Ecco il motivo per cui è bene lasciare giocare i bambini piccoli con la loro immaginazione, essi così apprendono naturalmente a pensare e a fare esperienza in autonomia.

Quindi, come il cervello ha una base biologica, la cultura una base linguistica, la psiche ha una “base poetica”, come ci ricorda James Hillman. Con ciò si intende che i “mattoni” della psiche sono proprio quelle immagini archetipiche che muovono verso la fantasia, l’immaginazione e la creatività.

La Psicologia Archetipica

Cosa sono gli archetipi psicoterapia

Quindi come gli archetipi sono alla base delle emozioni, dei comportamenti, dei pensieri che hanno permesso l’adattamento, essi sono anche all’origine di quello che in noi si manifesta come sofferenza, sintomi o disadattamento.

L’approccio archetipico differisce da altri approcci proprio perché cerca di accogliere e mettere in luce gli aspetti immaginali, più profondi e sconosciuti al soggetto, ciò che comunemente è chiamato inconscio. Questi contenuti saranno sempre collegati ad un flusso immaginativo, che si può manifestare negli stati onirici del sonno, nelle fantasie spontanee, in esperienze visionarie, ma anche in quelle deliranti. Tale flusso tende ad uno scopo creativo che nel momento in cui si è sofferenti non perviene ad una soluzione per vari motivi, che vanno dalle abitudini a fattori intrapsichici senza illudersi che non vi siano impedimenti oggettivi veri e propri.

Per esemplificare posso prendere a prestito il comune rapporto che abbiamo con l’informatica. Infatti, a volte ci troviamo ad avere problemi con un software del PC, per cui dobbiamo utilizzare alcuni programmi che tramite l’interfaccia grafica (che si manifesta immediatamente ai nostri sensi) permettono di risolverlo. Tuttavia, ci sono anche i programmatori che possono risolvere il medesimo problema attraverso il linguaggio di programmazione mediante il quale è scritta la stessa interfaccia grafica del software.

Ecco, schematizzando da un lato alcune prospettive sono per lo più (ma non solo ovviamente) focalizzate sul linguaggio e sul comportamento in modo da far leva sul pensiero razionale. Tale modalità può modificare “dal di fuori” quelle emozioni, quei pensieri, quei sintomi irrazionali che creano sofferenza. Dall’altra vi sono prospettive di intervento (come quella della psicologia analitica e archetipica) che, come accennato precedentemente, cercano di comprendere cosa avviene nel flusso immaginativo della psiche in modo da aiutare il paziente a trarne soluzioni creative che modifichino dall’interno lo stato attuale.

In sintesi, sono utili gli archetipi?

Essi rappresentano le esperienze universali che tutti gli esseri umani condividono, come la nascita, la morte, l’amore e la paura, quindi gli archetipi sono una struttura entro la quale questi vissuti e queste emozioni possono rappresentarsi attraverso immagini, simboli, parole.

Gli archetipi sono importanti perché ci aiutano a comprendere meglio, e soprattutto “dal di dentro”, noi stessi e il mondo intorno a noi. Ci permettono di riconoscere i modelli di comportamento che si ripetono nella nostra vita, di trovare significato nelle nostre esperienze, di elaborare soluzione creative che risolvano o ci aiutino a elaborare le nostre sofferenze.

Se sei curiosə e vuoi approfondire gli archetipi che fino ad adesso hanno guidato il percorso ti invito a contattarmi o a sostenere questo sito condividendone i contenuti nelle pagine social.



“Immaginiamo quindi gli archetipi come i modelli più profondi del funzionamento psichico, come le radici dell'anima che governano le prospettive attraverso cui vediamo noi stessi e il mondo. Essi sono le immagini assiomatiche a cui ritornano continuamente la vita psichica e le teorie che formuliamo su di essa.”

Psicologo Perugia - James Hillman citazione
James Hillman (1926 - 2011)


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