Psicologo per Disturbo Ossessivo Compulsivo. La prospettiva analitica
Psicologo per la cura del Disturbo Ossessivo Compulsivo: aiuto e supporto per superare il DOC
Se stai cercando l’aiuto professionale di uno psicologo per superare il Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC), sei nella pagina giusta. Infatti, i sintomi del DOC possono trovare giovamento grazie al supporto di uno psicoterapeuta formato.
Il Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC) è una condizione psicologica caratterizzata da pensieri, immagini o impulsi ricorrenti e indesiderati, vissuti come intrusivi (ossessioni) che spingono la persona a mettere in atto comportamenti o azioni mentali ripetitive (compulsioni). Grazie a queste azioni il soggetto può prevenire o ridurre uno stato ansioso.
Sintomi del Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC)
Nel disturbo ossessivo compulsivo vi può essere pertanto la presenza di ossessioni o compulsioni, ma anche di entrambe. Queste tendono a occupare una parte significativa del tempo giornaliero generando un forte disagio. Può essere che tale quadro sia associato al fatto che l’individuo che non si renda conto del tempo passato ad applicare dei veri e propri rituali. In aggiunta il soggetto può rasentare la certezza delle proprie preoccupazioni o convinzioni fino ad arrivare a convinzioni simili deliri per chi ascolta.
Ad ogni modo viene mantenuta un minimo di consapevolezza, altrimenti la problematica rientrerebbe nei disturbi psicotici, in cui è perduto il contatto con la realtà.
Invece è comune che individui che manifestato il DOC abbiamo un esagerato senso di responsabilità per cui sentono che molto di quello che avviene dipenda da loro. Spesso hanno la tendenza a sovrastimare la minaccia con eccessive preoccupazioni.
Un aspetto importante da non sottovalutare che può divenire un fattore di rischio è la propensione per il perfezionismo e il continuo bisogno di certezze, motivo per cui si sentono spesso in ansia e in allerta, tanto che l’ansia può divenire un tratto caratteristico.
Infine può essere data un’eccessiva importanza ai pensieri e al bisogno di controllarli. Se volessimo attuare una terminologia junghiana potremmo parlare di un’inflazione della funzione pensiero in cui non vi è capacità di contatto con l’intuizione. Infatti, sembra che conti più quello che avvenga nei pensieri e nelle idee di tali soggetti che la realtà effettiva, per cui ogni ipotesi sul futuro, ogni intuizione, è assolutamente catastrofica. Perciò emerge la necessità di controllare la realtà sensibile per quietare il proprio stato d’animo appoggiandosi alla sensazione.
Le ossessioni sono dei pensieri intrusivi
Le ossessioni sono dei veri e propri pensieri intrusivi che anziché essere passeggeri si insinuano nella mente, sono piuttosto insoliti e generano inquietudine nell’individuo. Eccone alcune tipologie:
- Paura della Contaminazione: l’individuo teme che oggetti o persone possano essere contaminati da germi, batteri o sostanze nocive. Ciò può portare a rituali di pulizia e lavaggio compulsivi.
- Paura di Infliggere Danni: ossessioni legate alla paura di causare danni a se stessi o agli altri, spesso attraverso azioni involontarie o incidenti. Ciò può portare a rituali di verifica e controllo.
- Bisogno di Simmetria o Ordine: si insinua la necessità di avere simmetria o ordine perfetto in tutto. Questo può portare a comportamenti compulsivi come sistemare oggetti o contare.
- Pensieri Aggressivi o Impulsivi: in questo caso le ossessioni riguardano pensieri violenti, aggressivi o inappropriati come il poter perdere il controllo e fare qualcosa di sbagliato o imbarazzante fino al fare del male agli altri o a se stesse.
- Preoccupazione per la Salute: le preoccupazioni ossessive sono collegate alla salute propria o quella dei propri cari. Ciò può portare alla ricerca continua di informazioni mediche o visite mediche frequenti.
- Paura della contaminazione: vi è un incontrollabile paura di essere contaminati da germi, batteri o altre sostanze nocive. Questo può portare a comportamenti ripetitivi, come lavarsi le mani frequentemente, pulire gli oggetti con attenzione o toccarli con qualcosa di sterile.
- Ossessioni religiose o morali: la persona ha pensieri o immagini di natura religiosa o morale che sono indesiderabili o inquietanti. Questo può portare a comportamenti volti a espiare tali pensieri, come pregare, leggere la Bibbia o cercare conferme dagli altri.
Alcuni disturbi simili al DOC
Quando le preoccupazioni riguardano il proprio corpo per cui vi è una continua ricerca della perfezione e della simmetria e si fa caso ad ogni minima imperfezione è possibile parlare di Disturbo di Dismorfismo Corporeo. Infatti, in questo caso queste preoccupazioni generano comportamenti ripetitivi volti a controllare continuamente la propria immagine estetica, oppure a curarla eccessivamente o a fare confronti continuo con gli altri. Queste routine provocano un forte senso di disagio nella persona per cui non riesce a vivere con equilibrio il rapporto con gli altri fino ad avere problematiche relazionali o lavorative.
D’altro canto vi possono essere individui che hanno una forte difficoltà a disfarsi di oggetti inutili per cui se messi in tale condizione soffrono particolarmente. In questo caso si parla di Disturbo da Accumulo per cui la persona si ritrova nella propria abitazione senza spazio vitale in quanto ogni angolo è ingombrato da oggetti. Questo va a provocare un disagio significativo e solo l’intervento di un’altra persona può aiutare l’individuo a disfarsi dei suoi “beni”.
Il Disturbo Ossessivo Compulsivo di Personalità
Il disturbo ossessivo compulsivo non va confuso con il Disturbo Ossessivo Compulsivo di Personalità. Quest’ultimo più che riferibile ad una sintomatologia circoscritta riguarda una modalità pervasiva con cui l’individuo si rapporta al proprio mondo interno o al mondo esterno.
Questa modalità di rappresentazione è connotata da un’eccessiva tendenza al perfezionismo, all’adesione a regole precostituite e al controllo che può interferire nell’esecuzione dei compiti. Carlo Verdone lo ha rappresentato benissimo nella sua interpretazione di Furio in “Bianco, Rosso e Verdone”. È un disturbo che esordisce a partire dalla prima età adulta e può spesso connotarsi con episodi depressivi o attacchi di panico. Questi sono i sintomi principali:
- Preoccupato/a per i dettagli, le regole, l’ordine fino a perdere scopo principale delle attività.
- Perfezionismo che interferisce con il completamento dei compiti.
Eccessiva dedizione al lavoro fino all’esclusione delle attività di svago e delle amicizie. - Sono oltremodo importanti le tematiche di moralità, etica o valori.
- Incapacità di gettare via oggetti a cui non si è legati affettivamente che siano consumati o di nessun valore.
- Incapacità a delegare compiti o a lavorare con altri, a meno che questi non si sottomettano.
- È presente un’eccessiva avarizia sia per sé che per gli altri, in quanto si prospetta la preoccupazione di future catastrofi
- Tendenza ad una forte rigidità o testardaggine.
Seguendo questa descrizione si nota come in una cultura orientata alla produttività possa essere frequente e incoraggiata la presenza di questi tratti. Tuttavia, divengono un vero e proprio disturbo di personalità quando vi è una trascuratezza della vita sociale e/o familiare o la sofferenza è vissuta dagli altri (colleghi, amici, familiari).
L’archetipo del Disturbo Ossessivo Compulsivo
L’amplificazione archetipica ci aiuta a confrontarci con i concetti psicologici immaginandoli attraverso metafore e miti. Se vogliamo trovare l’archetipo che meglio rappresenta questo disturbo possiamo riferirci ad Ananke, colei che nei miti greci rappresenta le leggi ineluttabili del cosmo. È una rappresentazione di inflessibilità e durezza, che circonda con le sue spire tutto il cosmo, madre delle Moire, coloro che determinano il destino delle anime. Nessuno, nemmeno gli dèi, può sfuggire alla stretta o contrapporsi al destino filato delle sue figlie.
A riprova di questo, nel ICD-11, il manuale che raccoglie e codifica ogni patologia medica stilato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, il Disturbo Ossessivo Compulsivo di Personalità è definito come Disturbo Anancastico di Personalità.
Per la psicologia junghiana Ananke rappresenta quella parte dell’inconscio collettivo che governa istintivamente il principio di individuazione del soggetto. Tale forza è al tempo stesso oppressiva, limitante e inaccessibile alla parola ma anche fonte di stabilità e sicurezza in quanto aiuta a delimitare. Ad esempio, nel DOC la paura che accada qualcosa di negativo, il che è inevitabile nella vita, viene controllata mediante rituali che danno sicurezza. Quindi, le ossessioni possono rappresentare quegli immaginari indipendenti dalla coscienza del soggetto che in un certo modo annunciano il destino, le limitazioni, le paure. Le compulsioni, invece, possono essere viste come un tentativo di controllare o esorcizzare questi immaginari difficilmente contenibili.
Conclusioni
Convivere continuamente con ossessioni e compulsioni come nel DOC è molto duro e crea spesso molta sofferenza a sé e forse soprattutto agli altri. Per esempio ricordiamoci la condizione di Magda, la moglie del citato Furio.
Per questo è bene prendersi cura dei propri sintomi e comprenderne il significato. Se vivi a Perugia e dintorni, e hai a che fare con il disturbo ossessivo compulsivo, puoi farlo attraverso il supporto di uno psicologo esperto che sappia aiutarti a comprendere verso cosa spingono le ossessioni e depotenziarne gli effetti.
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Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC): FAQ
Le ossessioni più comuni riguardano il controllo (controllare più volte di aver chiuso la porta, controllare continuamente il denaro); la simmetria e l’ordine (tutto deve essere ordinato in modo predefinito e senza eccezioni); la contaminazione (la paura di essere contagiati da qualsiasi sostanza estranea); la superstizione (non si può compiere nessuna attività senza determinati rituali propiziatori); l’aggressività o i tabù (pensieri intrusivi che riguardano l’aggressione ad altri, il sesso, la blasfemia e in pratica qualcosa di socialmente sconveniente o censurato).
Le compulsioni sono quelle azioni fisiche o mentali che sono messe in atto per “esorcizzare” le ossessioni fino a rappresentare dei veri e propri rituali. Le più comuni sono il lavarsi le mani, rimettere in ordine, controllare gli oggetti, tornare sui propri passi oppure contare mentalmente, recitare preghiere meccanicamente, o ripetere delle formule.
Risulta difficile essere d’aiuto di fronte ai sintomi del DOC in quanto la persona è molto presa dal proprio stato interno e dai rituali. Per quanto possibile è bene non farsi coinvolgere dei rituali così da non alimentare con dati di realtà (“lo fa anche lui…”) il comportamento. Inoltre è bene cercare di usare il senso dell’umorismo quando la situazione lo consente.
Di fronte ad una persona con Disturbo Ossessivo Compulsivo è bene non cercare di sminuire l’importanza dei rituali o dei pensieri, questo non fa altro che generare nell’altro un sentimento di resistenza quasi rafforzandone le credenze. Infatti, o l’individuo si sente sopraffatto da tali pensieri oppure è talmente coinvolto da giudicarli come una parte di sé irrinunciabile.
Sì e no. Infatti, tutti noi abbiamo pensieri che ci passano per la mente senza che noi lo vogliamo. Uno studio autorevole ha stimato che abbiamo circa 6200 pensieri al giorno, solo che normalmente la stragrande maggioranza diventa “rumore di fondo” e vengono scartati dalla nostra coscienza. Tuttavia, per le ossessioni è diverso, in questo caso l’individuo si focalizza su questi pensieri intrusivi, non voluti, vive uno stato angoscioso e perciò divengono ossessioni. In sintesi, la differenza è posta dalla valutazione individuale e dal vissuto che a questa si associa.
Certo che sì esistono delle scale di autovalutazione validate scientificamente come la Maudsley Obsessional-Compulsive Iventory (MOCI) molto utilizzato nella ricerca farmacologica. In rete si trovano molti altri strumenti di autovalutazione. Tuttavia, questi sono strumenti di screening che possono aiutare nella comprensione del proprio stato di disagio, ma non sostituiscono né un’accurata diagnosi da parte di un professionista della salute mentale, psicologo o psichiatra, né una psicoterapia o una terapia farmacologica.
“Pronto, parlo col servizio percorribilità strade? Ah buongiorno, senta io sono un socio ACI numero di tessera 917655 barra UT come Udine Torino; la disturbavo per avere qualche delucidazione dato che mi devo recare a Roma a votare. Senta, ho sentito dal bollettino dei naviganti che è in arrivo un'area depressionaria di 982 millibar, e questo purtroppo mi è anche confermato da un fastidiosissimo mal di testa che sopraggiunge ogniqualvolta c'è un brusco calo di pressione; d'altro canto, caro amico, questo è il prezzo che dobbiamo pagare noi meteoropatici. Senta, io le domandavo questo, secondo lei, partendo fra circa... 3 minuti e mantenendo una velocità di crociera di circa 80/85 chilometri orari... secondo lei faccio in tempo a lasciarmi la perturbazione alle spalle diciamo nei pressi di Parma?”
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