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Crisi di mezza età: tra sofferenza, trasformazione e rinascita


La crisi di mezza età è un passaggio obbligato nel processo di individuazione di ogni adulto. Essa comporta una profonda sofferenza ma apre le porta anche ad una rinascita dell'individuo

La crisi di mezza età rappresenta un periodo di profonda trasformazione interiore, in cui molte persone si trovano a confrontarsi con il significato della propria vita, le scelte fatte e il futuro. Essa è spesso accompagnata da una serie di cambiamenti emotivi, psicologici e fisici. Pertanto, non è semplicemente un momento di crisi, ma un’opportunità per una rinascita personale e per una riorganizzazione dell’identità. Nella psicologia analitica si prospetta l’idea che questo passaggio rappresenti una zona di frontiera contrassegnata dalla necessità di confrontarsi con il proprio inconscio, ma non solo. Infatti, secondo la prospettiva junghiana il singolo individuo deve confrontarsi consciamente con quelle istanze collettive che abitano in ognuno e si rappresentano attraverso simboli e narrazioni che richiedono di acquisire un loro posto nel mondo.

In questo articolo, esploreremo in maniera dettagliata cosa significa la crisi di mezza età, analizzando le sue caratteristiche e i segnali che la accompagnano, come ad esempio i sintomi più comuni. Vedremo quando arriva la crisi di mezza età e quando finisce la crisi di mezza età, sottolineando come il percorso varia. In particolare, in riferimento alle specificità di questo fenomeno nell’uomo e nella donna.

Cosa significa la crisi di mezza età: un'analisi profonda

La crisi di mezza età viene spesso descritta come un periodo di incertezza e confusione interiore, in cui la consapevolezza dei limiti del tempo e dei sogni non ancora realizzati porta a una revisione radicale della propria esistenza. Ma cosa significa la crisi di mezza età?

Dal punto di vista di molti orientamenti psicologici, essa rappresenta il momento in cui l’individuo si confronta con il proprio passato. In questo modo cerca di rielaborare scelte, decisioni, esperienze che lo hanno portato fino a quel punto della vita. Si tratta in prima battuta di trovare una nuova narrazione che sia più rispettosa, e per questo curativa, del proprio percorso individuale che può essere caratterizzato da ferite e traumi di vario genere. Questo, seppur meritorio, sarebbe un lavoro sull’Io che si fonda, come direbbe Umberto Galimberti, sulla speranza di redenzione.

Il passato è rappresentato dalla sofferenza e dai traumi. Il presente è l’analisi degli stessi (o la loro elaborazione con tecniche come l’EMDR) attraverso la psicoterapia. Il futuro è la guarigione. In tale contesto, la prospettiva junghiana si differenzia, con la sua proiezione verso il fine di ogni processo psicologico e dei sintomi in particolare. Essa ci invita a guardare alle sofferenze presenti nella crisi di mezza età vedendo lo scopo per le quali esse si presentano.

In questo modo, la crisi diventa un’opportunità per rinnovarsi, per mettere in discussione le convenzioni e per liberarsi da schemi di pensiero e comportamento obsoleti. Non è raro che, durante questo periodo, si manifestino dei veri e propri sintomi psicopatologici, che possono spaziare da stati di depressione e ansia a comportamenti impulsivi. Vi può essere anche una spinta verso esperienze nuove e radicalmente diverse come può essere il tradimento del proprio partner. Non sono da escludere anche episodi di scompenso psicotico tali da richiedere cure ospedaliere. Da questa prospettiva l’obiettivo diventerà quello di trasformare questi atteggiamenti, comportamenti e problematiche, anche molto serie, in un’opportunità per conoscere se stessi, per approfondire la propria dimensione interiore e farne qualcosa nel proprio percorso di vita rimanente.

Quando arriva la crisi di mezza età: tempistiche e aspettative

Dante - Crisi di mezza età

Una domanda frequente riguarda quando arriva la crisi di mezza età. In realtà, non esiste un’età prestabilita in cui questo fenomeno debba manifestarsi, poiché esso è influenzato da numerosi fattori. Questi possono essere il percorso di vita personale, le esperienze accumulate e le dinamiche familiari e sociali. Nell’immaginario religioso abbiamo l’esempio cristiano di Gesù, che incontrò le sofferenze nella sua “passione” all’età simbolica di 33 anni. Un’età simile, si ritiene 35 anni, aveva Dante quando:

«Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita»

Attualmente, l’aspettativa di vita allungata e le tappe del processo di individuazione che preparano all’integrazione nel collettivo ( inserimento lavorativo, autonomia economica, procreazione, ecc.) risultano più dilazionate nel tempo. Pertanto, si può parlare di crisi di mezza età tra i 40 e i 55 anni, ma è importante sottolineare che questo intervallo temporale può variare notevolmente.

Crisi di mezza età: sintomi e psicopatologia

Crisi di Mezza Età il matto dei tarocchi

Di solito quello che si sperimenta durante la crisi di mezza età è la messa in dubbio di chi riteniamo di essere. In pratica i ruoli che abbiamo faticosamente acquisito potrebbero non appagarci più, possono essere percepiti come restrittivi o perfino da disconoscere. Il fine che caratterizza questo periodo è quello di farci entrare in contatto con la nostra follia, con le nostre parti più patologiche, sofferenti e meno adattabili. Non a caso la carta che apre gli Arcani Maggiori dei tarocchi di Marsiglia, che ricordiamolo rappresentano un percorso dell’anima umana, è quella del “Matto”. Un simbolo dell’energia inarrestabile dello spirito umano che richiede di avere il suo spazio. 

Proprio per questo la crisi di mezza età è un periodo nel quale si può manifestare, o anche riproporre, qualsiasi sintomatologia psicologica, questa può aspecifica come:

  • Stanchezza
  • Nevralgie
  • Sonno non regolare
  • Cambiamenti nel rapporto con la propria immagine corporea

Tuttavia, possono anche manifestarsi quadri sintomatologici più vari che si possono riferire anche a:

  • Attacchi di panico
  • Crisi di ansia
  • Episodi depressivi
  • Ideazione suicidaria
  • Ipomaniacalità
  • Gioco d’azzardo
  • Episodi psicotici

Si possono acuire alcuni tratti di personalità tanto da divenire talmente caratterizzanti da manifestarsi come disturbi di personalità. Si parla quindi di manifestazioni anche gravi che mettono a dura prova la tenuta anche di un sistema familiare e se in acuzie necessitano di un intervento più precoce possibile, anche farmacologico e/o ospedaliero, volto a “normalizzare” tali manifestazioni.

Ad ogni modo molto spesso la crisi di mezza età si manifesta prepotentemente di fronte a quello che potrebbe essere definito come “fallimento collusivo”. Ciò significa che le premesse che tengono assieme determinati equilibri relazionali ed emozionali vengono meno. Tutte le relazioni sono fondate su dinamiche collusive che inconsciamente le tengono assieme, parliamo non solo di relazioni sentimentali con il/la proprio/a partner, ma anche di equilibri rispetto al proprio lavoro o al gruppo di lavoro. 

Possiamo allargare il discorso anche alle relazioni con i propri oggetti interni. Parliamo del proprio immaginario fatto di aspettative, valori e così via e a come si esprimono nella relazione con la realtà esterna. In altre fasi della vita per fronteggiare situazioni del genere venivano messi in atto dei “microcambiamenti”, ovvero le strutture archetipiche della psiche (gli immaginari interni riferiti al padre, alla madre, al lavoratore, al consorte, ecc.) favorivano l’adattamento alle relazioni quotidiane. Questo permetteva di percepire la propria soggettività come intatta, integra e coerente nei suoi meccanismi di difesa permettendo gli attaccamenti collusivi sopra riferiti. Tuttavia, in questo periodo di mezzo avviene qualcosa di diverso.

La crisi di mezza età secondo Jung

“Gli stadi della vita” è un saggio di Carl Gustav Jung, scritto nel 1930-1931, in cui esplora le diverse fasi dell’esistenza umana e le relative sfide psicologiche. Jung sostiene che la prima metà della vita è dedicata alla costruzione di un Io solido e al raggiungimento degli obiettivi sociali definiti. Questo è in pratica un processo di educazione e adattamento alle regole della coscienza collettiva, ma può comportare la repressione di alcune parti della personalità. 

Nella seconda metà della vita, emerge una crisi che spinge l’individuo a riconnettersi con tali aspetti di sé trascurati. Questo comporta un secondo tipo di confronto con la collettività. Infatti mentre in precedenza il confronto era mirato a costruire una soggettività e ad entrare e agire le regole della società esterna, adesso l’individuo è alle prese con le richieste degli strati arcaici dell’inconscio. Quindi, può iniziare una lenta modificazione del carattere o possono riapparire tratti presenti nell’infanzia oppure si presentino nuove inclinazioni con un mutamento della tipologia psicologica. Ad esempio, un tipo pensiero può divenire più intuitivo o sentimentale, e così via. 

Spesso quello che si sperimenta nella crisi di mezza età è una forte angoscia di morte, paragonabile per certi versi a quella adolescenziale. Infatti, per molti millenni l’aspettativa di vita umana non superava i 40 anni, per cui effettivamente un essere umano per quella età dovrebbe aver adempiuto al proprio programma vitale. Per questo motivo la psiche chiede a gran voce un rinnovamento. Ogni volta che si attiva tale archetipo si passa sempre per l’oscurità degli immaginari mortiferi che devono dissolvere quanto concretizzato affinché ci sia spazio per nuove energie.

L’età di mezzo e il rapporto con la “liminalità”

Una manifestazione della crisi di mezza età è la presa di contatto con le proprie parti folli che fino a quel momento erano celate sotto una veste di adattamento sociale. Si potrebbe dire che sono la manifestazione dell’Ombra. Viene messa in crisi la convinzione infantile che l’invecchiamento sia una crescita progressiva che riguardi gli aspetti morali e spirituali. Invece il passaggio tra l’età matura e la fase successiva passa attraverso una “zona franca” o se vogliamo lo sperimentare di alcuni stati limite. Questo perché la mezza età non è una crisi del corpo (per quello ci sarà la vecchiaia), ma una crisi dello spirito che si rivolge verso l’anima creando un moto di continue contraddizioni

In questa fase di liminalità l’Io, che fino a quel momento era sicuro nelle proprie identificazioni, non ha più alcun appiglio a cui aggrapparsi. Come è stato specificato sopra i ruoli sociali iniziano a perdere di significato. In questo modo esso è afferrato da ogni patema dell’anima. Questa fase di liminalità è propedeutica ad un macrocambiamento, ovvero ad un mutamento dell’assetto psicologico e attitudinale dell’individuo. Lo stato limite provato è afferente ai sintomi psicopatologici sopra descritti per cui essi condividono alcune caratteristiche come:

  • l’assenza di un posizionamento storico dell’Io, esso è afferrato completamente dalle contingenze;
  • la scarsa volontà (la cosiddetta libido) a disposizione dell’Io, energia vitale che si sposta su altre immagini o sintomi;
  • la disidentificazione con l’immaginario (come i valori seguiti) che sosteneva l’Io, la non più significanza del ruolo sociale ad esempio;
  • assenza di scopi indirizzati.

In questo quadro nel quale la soggettività è in preda a ogni immagine che si prospetta, come vi fosse una mancanza di centratura. Tuttavia, la funzione di cura entro l’apparato psichico può proporre i cosiddetti “grandi sogni”. Essi, attraverso potenti simboli archetipici, manifestano l’assetto della psiche che si sta prospettando e che l’Io può accogliere o meno. In pratica, dal proprio interno, sono proposte nuove finalità dotate di senso nella vita.

Le fasi della crisi di mezza età: un modello triadico

Murray Stein propone tre fasi che caratterizzano il procedere della crisi di mezza età:

  1. Separazione, sepoltura della Persona, i vecchi immaginari o identificazioni verso i quali la soggettività tendeva. La separazione riguarda appunto l’assenza di significato che essi iniziano avere per l’Io. Il rischio di questa fase è quello di fermarsi al seppellire il tutto senza analizzarlo, rinforzando così meccanismi di rimozione, negazione, repressione, ecc. Ciò non comporta una presa di contatto autentica con sé stessi attraverso una ricostruzione di un’identità fittizia.
  2. Liminalità, è la fase in cui la follia prende il sopravvento, è il momento di dissoluzione di tutto quello che era importante per la soggettività. È permeata dalle manifestazioni psicopatologiche, in particolare da stati depressivi.
  3. Reintegrazione, la dissoluzione e gli stati depressivi permettono un movimento retrogrado che porta a riconsiderare il proprio operato, a ripercorrere gli archetipi operanti nella propria vita. Questo permette una loro integrazione e una presa d’atto della propria volontà animica, l’incontro con l’Anima. Questo incontro permette di considerare il significato profondo delle esperienze e di non ancorarsi ai fatti nella loro concretezza, ma di rapportarvisi secondo gli occhi dell’immaginazione.

Quando finisce la crisi di mezza età: riflessioni sul cambiamento

Un’altra domanda cruciale riguarda quando finisce la crisi di mezza età. La fine di questo periodo non è mai un traguardo netto, ma piuttosto una transizione graduale verso una nuova fase della vita. Molti esperti sostengono che il termine della crisi si manifesti quando l’individuo riesce a trasformare la crisi in opportunità di crescita e cambiamento. 

Se si prende ad esempio la “Teoria dello sviluppo psicosociale” di Erik Erikson, siamo alle porte di quella fase della vita denominata “Generatività vs. Stagnazione” (40 – 65 anni). In questo periodo l’individuo è chiamato a elaborare una propria tendenza generativa (non solo biologica) e restituirla alla collettività. Questo contributo deve pervenire dal “di dentro” il soggetto e si esplica tramite azioni o ruoli come il volontariato, l’insegnamento, l’imprenditorialità, la vena artistica, e così via. Se lui/lei non riesce ad elaborare la propria strada, rimanendo ancorato alla sola educazione circa le regole del collettivo, si creerà una vera e propria stagnazione. Ciò può comportare uno sterile egocentrismo, la cristallizzazione delle abitudini apprese, un atteggiamento cinico oltre che la cronicizzazione dei disturbi che possono emergere durante la crisi di mezza età.

Segnali della fine della crisi

  • Riconnessione con il proprio sé autentico, ciò significa raggiungere una maggiore armonia interiore e abbracciare il proprio passato come parte integrante della propria identità.
  • Accettazione di sé, segnale importante è la capacità di accettare le decisioni passate in quanto esse sono state fondamentali nel definire chi si è, volenti o nolenti.
  • Stabilizzazione emotiva, la diminuzione di stati di ansia e di insoddisfazione rappresenta un chiaro indicatore della fine della fase di crisi, aprendo la strada a nuove possibilità e a un rinnovato entusiasmo per la vita.

Crisi di mezza età nell’Uomo

Gli uomini, tradizionalmente, possono sentirsi particolarmente colpiti dalla crisi di mezza età a causa delle aspettative sociali legate alla loro immagine di forza e successo. Possiamo prendere come riferimento gli archetipi maschili e la loro evoluzione, per cui:

  • Zeus incarna l’autorità, il potere e la leadership. Durante la mezza età, l’uomo che si riconosce in questo archetipo rivede il concetto di dominio, questa tendenza si trasforma da una forza spesso improntata al controllo esterno in una forma più matura e responsabile. In questo percorso, il potere si manifesta come saggezza, giustizia e la capacità di guidare se stessi e gli altri con equilibrio e compassione.
  • Apollo rappresenta la razionalità, l’ordine e l’armonia estetica. Nell’arco della mezza età, l’uomo-Apollo ricerca della perfezione esteriore cede il passo al bisogno di introspezione. La sua energia evolve in un invito a integrare il rigore della mente con le esigenze proveniente dalla funzione dell’anima, portando a un equilibrio che unisce la chiarezza logica alla ricchezza emotiva.
  • Ares, dio della guerra e dell’aggressività, simboleggia l’azione e il coraggio. In gioventù, questa energia si manifesta con vigore e impulsività. Tuttavia, durante la mezza età l’uomo che incarna Ares apprende a canalizzare la propria forza in maniera costruttiva. La trasformazione di Ares si traduce in una gestione più consapevole della rabbia e della competitività, trasformandole in determinazione e capacità di superare le sfide personali.
  • Dioniso personifica il caos creativo, l’impulso vitale senza particolari fini e la rottura degli schemi. Durante la mezza età, chi ha attivo questo archetipo se prima non era ben adattato al contesto o faceva uso di stupefacenti, attraverso la crisi, può sentire il bisogno di acquisire maggiore struttura e centratura prendendosi delle responsabilità. Se invece tale archetipo era represso sotto una maschera di adattamento, la crisi (che può passare per la follia, l’alcolismo, le sostanze, la vita dissoluta), può aprire a una riscoperta del piacere e della spontaneità. Così è possibile lasciar cadere le convenzioni che hanno limitato la sua espressione autentica. Occorre notare che questo è un archetipo guida la trasformazione interiore attraverso l’abbandono dei vincoli sociali e l’integrazione di una dimensione più profonda e passionale. Il fine è favorire un’esperienza esistenziale in cui il divertimento e la profondità emotiva convivono armoniosamente.
  • Hermes è il messaggero, il dio del cambiamento, dell’adattabilità e dell’ingegno. In mezza età, l’uomo che si riconosce in Hermes abbraccia la capacità di reinventarsi; infatti, l’energia di questo archetipo favorisce la flessibilità mentale e la capacità di comunicare in modo efficace. Hermes aiuta a rompere con vecchi schemi e a esplorare nuove strade, trasformando le incertezze in opportunità e utilizzando il suo spirito giocoso e innovativo per navigare i cambiamenti della vita con intelligenza e leggerezza.
  • Poseidone simboleggia le forze primordiali, l’intuizione e la dimensione emotiva profonda. Durante la mezza età, l’uomo tellurico e turbolento è chiamato a riconnettersi con il suo lato più sensibile e a immergersi nelle acque dell’inconscio. Questo processo di riconnessione permette di gestire le emozioni e i tumultuosi stati d’animo con maggiore consapevolezza, trasformando le acque agitate in una fonte di intuizione e rinnovamento interiore.

Chi si riconosce in questo ultimo archetipo durante la crisi di mezza età passa facilmente dalla patologia mentale, aspetto che vale molto anche per chi ha un’energia dionisiaca. Mentre per le tipologie afferenti ad Ares o Hermes è più probabile che la crisi sia attivati da problemi con il mondo esterno a causa dei comportamenti impulsivi o fraudolenti.

Crisi di mezza età nella Donna

Anche per le donne, è possibile interpretare la crisi di mezza età in base all’evoluzione, seppur non rigida, dell’archetipo femminile maggiormente attivo negli immaginari psichici. Ecco una breve sintesi:

  • Artemide ovvero l’indipendenza e la ricerca di libertà. In mezza età, l’energia di Artemide si trasforma in una libertà più consapevole, essa diviene più riflessiva, imparando a stabilire confini e a scegliere attentamente le proprie esperienze e relazioni, trasformando l’impulso giovanile in autonomia matura.
  • Atena, come sappiamo è la dea della saggezza e della strategia, stiamo parlando di donne che hanno eccelso negli studi, razionali e che hanno assunto un ruolo nel mondo professionale. In mezza età, può entrare profondamente in crisi per via dell’emersione della parte emotiva e passionale. Se riesce a evolvere a seguito della crisi l’esperienza accumulata trasforma l’istinto strategico di base nella possibilità di essere in una guida saggia. Queste donne diventano mentori, capaci di coniugare la lucidità che le contraddistingue con una nuova e acuita sensibilità verso le dinamiche umane.
  • Estia rappresenta la vita passata al servizio dell’altro, in particolare del mantenimento dell’unità familiare verso la quale dedica tutta sé stessa. La donna che si riconosce in Estia giunta la mezza età sente di aver compiuto il suo fine e può sentire il bisogno di solitudine e riflessione o addirittura una nuova ricerca spirituale. Forse è la tipologia più rara di energia declinata al femminile.
  • Era incarna il rapporto coniugale. Durante la mezza età, l’archetipo di Era porta la donna a rinegoziare il ruolo tradizionale all’interno delle relazioni. Questo perché spesso in questo periodo di vita il rapporto con il partner è fortemente in discussione. Essa può evolversi negoziando maggiormente questa esclusività dell’immaginario di moglie (o compagna) e lasciando spazio ad altre modalità di essere donna. Ricordiamo come Era punisca tutte le donne che le sono rivali nel suo rapporto con Zeus. Simbolicamente non viene dato spazio ad altre modalità di essere donna.
  • Demetra rappresenta l’energia materna e il nutrimento. Con l’arrivo della mezza età, soprattutto quando i figli lasciano il nido, la donna-Demetra si confronta con la trasformazione della propria identità. Questo passaggio offre l’opportunità di riscoprire sé stessa, andando oltre il solo ruolo materno e imparando a nutrire dei nuovi “figli”. Essi sono rappresentati da altri progetti come l’iscrizione ad un corso di studi, un’attività lavorativa o espressiva, ecc.
  • Afrodite è la dea dell’amore, della bellezza e della sensualità. Durante la mezza età, questa energia, come il corpo stesso, si trasforma. Essa non è più superficiale e può emergere la consapevolezza di aver sbagliato partner. Allora la sfida è valorizzare la bellezza interiore e un amore più autentico partendo dall’accettazione di sé tipica di altri immaginari femminili (es. Artemide).
  • Persefone non è un archetipo univoco, ma parte sempre da Kore, l’eterna fanciulla sempre connessa e dipendente dalla figura materna. Per questo la donna che ha attivo questo archetipo è quella che può presentare la crisi peggiore attraverso anche lo sviluppo di una malattia psichiatrica. Ad esempio, una lunga depressione può rappresentare il male necessario per superare un’eterna adolescenza e divenire una donna matura. Se ci riesce parliamo di energie degne di una regina in quanto essa è riuscita ad acquisire nuove energie archetipiche che ne fanno una donna più completa delle altre.

Come superare la crisi di mezza età

Affrontare e superare la crisi di mezza età richiede pazienza e l’umiltà di saper accettare una guida che sappia mettere in relazione l’atteggiamento cosciente con le finalità emergenti dal mondo interiore. Questa guida attraverso la psicoterapia è assolutamente necessaria quando la crisi esplode attraverso sintomi psicopatologici o quadri psichiatrici.

Molto più spesso per prima cosa occorre prestare attenzione al proprio mondo onirico, che come detto più volte, ci presenta le immagini che intendono acquisire sostanza nel proprio processo di individuazione. Il lavoro sui sogni è comunque un lavoro clinico, un intervento psicologico, che necessita di un analista formato per questo. D’altra parte l’attenzione al mondo dei sogni non è sempre presente, per cui ecco alcuni suggerimenti utili su come superare la crisi di mezza età:

  • La meditazione e la mindfulness sono pratiche che aiutano a sviluppare una maggiore consapevolezza dei propri pensieri e sentimenti, facilitando il processo di attenzione al proprio mondo interno.
  • Il diario personale in cui annotare pensieri, emozioni e sogni può essere un valido strumento per monitorare il proprio percorso interiore e identificare eventuali pattern ricorrenti.
  • I cambiamenti nella routine come modificare abitudini quotidiane, dedicarsi a hobby nuovi o riscoprire passioni dimenticate può contribuire a dare nuova linfa vitale alla propria esistenza.
  • La formazione continua attraverso la frequenza di corsi, workshop o percorsi di crescita personale offre strumenti per approfondire la conoscenza di sé e per scoprire nuove potenzialità (“impara l’arte e mettila da parte”).

Conclusioni

La crisi di mezza età, lungi dall’essere un semplice momento di crisi esistenziale, rappresenta un’opportunità unica per riconnettersi con se stessi e per intraprendere un percorso di profonda trasformazione interiore. Attraverso una prospettiva junghiana, possiamo vedere questo passaggio come un invito ad attraversare una zona liminale dell’essere ed esplorare così le parti nascoste della nostra psiche. Che si tratti di un percorso vissuto nell’uomo o nella donna, la crisi di mezza età, pur con tutte le sue sofferenze, può essere un momento di palingenesi che ci spinge a rivedere il nostro passato, a riconoscere i segnali del nostro corpo e della nostra mente, e a intraprendere un autentico processo di individuazione.

Il viaggio attraverso la crisi di mezza età è un invito a mettersi in discussione, a riscoprire le proprie risorse nascoste e a intraprendere un cammino verso una vita più consapevole e soddisfacente. Che si sia uomini o donne, transgender o non binari, la chiave è rimanere aperti al cambiamento, coltivare la propria autenticità e utilizzare ogni esperienza, anche quelle dolorose, come elementi di riflessione psicologica e immaginativa.

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“la crisi di mezza età è una crisi dello spirito. Durante questa crisi il vecchio sé si perde e comincia a nascerne uno nuovo”

Murray Stein - crisi di mezza età
Murray Stein (1943)


Crisi di mezza età
Ecco link dei testi di riferimento

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Samuele Bellagamba

Da sempre appassionato di psicologia junghiana, mitologia e del mondo dei sogni, nel mio lavoro aiuto le persone a esplorare il proprio universo interiore e a dare significato ai loro vissuti profondi. Ho esperienza nella psicologia clinica, nella selezione e valorizzazione delle risorse umane e nel supporto psicologico in contesti nazionali e internazionali. Ricevo a Perugia e offro anche consulenze online.

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