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Il Ciclo della Fondazione di Isaac Asimov: la sintesi tra Spirito e Materia


Il Ciclo della Fondazione è una saga di fantascienza composta da sette romanzi nella quale è possibile rinvenire la tensione tra opposti che secondo Jung genera la psiche, in questo caso l'opposizione è tra materia e spirito.

Isaac Asimov, con il suo Ciclo della Fondazione, ci offre una complessa riflessione sull’evoluzione dell’umanità, non solo attraverso il progresso tecnologico, ma anche attraverso la psicologia collettiva e individuale. Questa serie di romanzi di fantascienza si articola piano piano fino a mostrare due poli che arrivano a mostrarsi in opposizione: la Prima Fondazione, custode della materia e della supremazia tecnologica, e la Seconda Fondazione, rappresentazione dello spirito quindi della conoscenza sedimentata nella storia dell’Impero Galattico. Esse quindi ci ripropongono due archetipi fondamentali all’adattamento psicologico dell’umanità, quello della “materia” senza la quale non sarebbe proponibile un’esistenza concreta, e quello dello “spirito”, l’intelletto senza il quale non sarebbe possibile un adattamento e una riflessione sull’esistenza stessa. E’ l’opposizione che percepiamo quotidianamente tra materia e spirito, cioè quella tra controllo fisico e dominio mentale, dove passa anche la differenza tra coercizione ed educazione, tra autoritarismo e coscienza civile.

Conformemente a ciò Jung attribuisce allo spirito una qualità psichica pura, quindi intangibile, non necessariamente buona o positiva, che si oppone alla materia e alla concretezza. La materia d’altronde si presta ad essere afferrata, misurata, manipolata, consumata, ecc. e ha la stessa derivazione etimologica di madre, la parola latina “mater”. Quindi la polarizzazione materia-spirito ci rimandano a immagini materne, di accoglienza, crescita, espansione, ecc. da una parte, a immagini di ordine, trascendenza, luce, intangibilità, ecc. dall’altra parte proponendo la dialettica tra l’archetipo materno e quello paterno.

Una breve sintesi dell’opera
[ATTENZIONE SPOILER]

Il Ciclo delle Fondazioni è una serie di romanzi scritti in diversi periodi di tempo, è composto da sette opere e origina dal nucleo centrale (Fondazione, 1951; Fondazione e Impero, 1952; Seconda Fondazione; 1953) al quale si aggiungono le due opere di conclusione del ciclo (L’Orlo della Fondazione, 1982; Fondazione e Terra, 1986). Asimov terminerà il ciclo con gli ultimi due romanzi che sono dei pre-quel alle vicende successive (Preludio alla Fondazione, 1988; Fondazione Anno Zero, 1993). Questi due romanzi hanno come protagonista Hari Seldon, il creatore della psicostoria e del “Piano Seldon”, personaggio solo citato nei romanzi successivi. Il tempo che percorre tutta la narrazione è poco più di 500 anni, dall’arrivo di Seldon su Trantor, fino alla conclusione.
Nei romanzi originari abbiamo quindi la Fondazione situata sul pianeta Terminus che non è conoscenza dell’esistenza di una Seconda Fondazione che ha il compito di continuare a far evolvere il “Piano Seldon” tramite gli strumenti matematici della psicostoria. Altro aspetto cruciale è rappresentato che i membri di questa comunità hanno tutti potenti poteri psichici e telepatici per cui possono manipolare le emozioni, i sentimenti e gli atteggiamenti altrui. La Prima Fondazione ha pertanto il compito di ricostruire una struttura politica che guidi l’universo attraverso le conquiste tecnologiche come l’uso dell’energia nucleare o il balzo iperspaziale. Conoscenze perdute una volta caduto l’Impero Galattico, il quale deteneva tutta la conoscenza attraverso la burocrazia presente nella sua capitale, il pianeta Trantor.
Le due entità, Prima e Seconda Fondazione giungeranno ad un confronto che però lascerà spazio ad un’apertura che emerge dai due romanzi conclusivi, infatti emerge un terzo elemento che sposterà la trama verso un’evoluzione più ecologica. Questo elemento è rappresentato da Gaia, un pianeta senziente dove emerge proprio questa sintesi tra spirito e materia, se vogliamo siamo di fronte all’incarnazione del concetto di Anima Mundi. Ma non finisce così infatti si verrà a sapere, tramite un percorso al ritroso della Storia dell’Universo dalla caduta della Terra a quella dei primi Mondi Spaziali che vi era un’entità che aveva come scopo la protezione della cultura umana. Un essere che ha aiutato Seldon nel concepire la psicostoria, ma ha anche permesso lo sviluppo del pianeta Gaia come “garanzia” del piano stesso. Costui è R. Daneel Olivaw, un robot, un androide che, interpretando creativamente le leggi della robotica ha svolto un ruolo di guardiano dell’equilibrio, permettendo che le civilità umane non cadessero vittime dell’isolamento dovuto alla mancanza di tecnologie che permettessero il viaggio e la comunicazione da un pianeta all’altro. Egli può essere visto come un simbolo dell’archetipo del Sé junghiano, la guida verso un processo di individuazione e di integrazione degli opposti.

La Prima Fondazione: Il Dominio della Materia

La Prima Fondazione, creata da Hari Seldon come parte del suo grande piano per garantire il rapido ritorno della civiltà dopo la caduta dell’Impero Galattico, è il simbolo della materia, dell’azione concreta e del potere fisico. Fondata sul pianeta Terminus, la Prima Fondazione rappresenta il pragmatismo scientifico e tecnologico. In questa istituzione, scienza e tecnologia sono gli strumenti attraverso cui viene garantito il progresso e la stabilità sociale. La stessa religione si fonda sulla venerazione dei progressi della tecnica.

I membri della Prima Fondazione si concentrano su ciò che è tangibile: il controllo delle risorse, lo sviluppo di nuove tecnologie e il dominio diplomatico attraverso il commercio. La loro forza risiede nella capacità di manipolare e utilizzare la materia fin dai suoi elementi essenziali, ovvero gli atomi, così da ottenere risultati concreti e misurabili. Il loro potere è esteriore, visibile, e si manifesta nel controllo delle rotte commerciali, nella superiorità tecnologica e nella capacità di difendere i propri interessi. I conflitti bellici sono risolti non in modo marziale, ma attraverso la dipendenza generata dal monopolio qualitativo delle merci esportate. Emblematica è la frase di uno dei personaggi più celebri, Salvor Hardin, “la violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci”.

Tuttavia, l’eccessiva focalizzazione sulla realtà materiale rende la Prima Fondazione vulnerabile, infatti non vi è  la una consapevolezza storica, i personaggi non hanno travagli interiori, vivono della fiducia di essere gli “eletti” del Piano Seldon, ma non ne comprendono i meccanismi. Se volessimo fare un paragone con un individuo è come vivere nell’incoscienza che un giorno crescerà, supererà delle crisi, diverrà adulto, ecc. In questo non c’è consapevolezza del proprio processo di individuazione, non c’è riflessione sul senso e sulle motivazioni che lo rendono possibile. Per questo motivo non vi è la tendenza a notare alcune le persone che hanno poteri di tipo telepatico e sviluppare tale facoltà dello spirito. La loro incapacità di comprendere le forze invisibili che agiscono sulla psiche umana e sulla società diventa il loro punto debole.

Questo conflitto tra spirito e materia è reso evidente quando la Prima Fondazione entra in contatto con il Mulo, un mutante psichico che, attraverso il controllo mentale, destabilizza l’intero piano di Hari Seldon. La Prima Fondazione, concentrata solo sulla scienza e sulla materia, non riesce a prevedere, a comprendere e infine a contrastare la minaccia posta da un nemico che opera su un piano puramente psichico, evidenziando così i limiti di una visione del mondo unicamente materialista.

La Seconda Fondazione: Il Regno dello Spirito

Dall’altra parte del conflitto, troviamo la Seconda Fondazione, la controparte segreta della Prima Fondazione, situata all’estremità opposta della galassia e incaricata di preservare la conoscenza psicostorica e la dimensione mentale del Piano Seldon. Opposta non in termini geometrici, ma puramente metaforici, infatti si scoprirà che essa si trova proprio al centro del vecchio impero, per cui l’opposizione è sul rapporto che le due fondazioni intrattengono nei confronti della realtà. Se la Prima Fondazione rappresenta la materia e il controllo esteriore, la Seconda Fondazione simboleggia lo spirito e il controllo interiore. I suoi membri, i “Guardiani del Piano”, possiedono capacità mentali superiori e lavorano nell’ombra per mantenere l’equilibrio psicologico dell’umanità. Essi oltre ad avere la padronanza dei loro poteri psichici sono abili matematici (la massima espressione dell’astrazione umana) per poter comprendere la psicostoria.

Questa è la scienza predittiva che combina matematica, sociologia e psicologia per prevedere e influenzare il futuro su larga scala. Tuttavia, la loro forza principale risiede nelle loro abilità psichiche: possono leggere e manipolare le menti altrui, guidando così gli eventi senza dover agire direttamente sulla materia.

La Seconda Fondazione incarna quindi l’archetipo che è in opposizione alla materia, parliamo dello spirito, del puro intelletto, del mentale.  Ovviamente, anche qui si pongono problemi etici non indifferenti con il rischio di abusare di questo potere psichico eliminando l’individualità degli avversari e favorendo il controllo totale delle menti altrui. Si potrebbe arrivare a una forma di schiavitù psicologica che nega l’autonomia individuale.

Gaia: La Sintesi di Spirito e Materia

La dualità tra Prima e Seconda Fondazione si risolve in una terza forza, rappresentata dal pianeta Gaia, introdotto nei successivi romanzi del ciclo. Gaia è un’entità collettiva in cui ogni essere vivente, umano, animale o vegetale, è connesso a un unico organismo psichico. Questo concetto tipico dei recenti approcci ecologici e della teoria dei sistemi permette di superare la dualità tra materia e spirito. Se vogliamo è quello che intendiamo con la parola Anima, come funzione di relazione presente nella realtà, come possibilità di comprensione dell’essere.

In Gaia, non vi è separazione tra il mondo fisico e quello mentale, poiché tutto è parte di un’unica coscienza collettiva. La psicologia di Jung infatti è una psicologia della tensione tra opposti che si risolve in un superamento di questi grazie all’attivazione della funzione trascendente. Questa non è altro che la possibilità di immaginare e formare simboli offerta dalla psiche.

Nel contesto del Ciclo della Fondazione, Gaia offre una soluzione al conflitto tra la Prima e la Seconda Fondazione. Invece di dominare attraverso il controllo materiale o mentale, Gaia propone una visione del mondo in cui ogni essere è parte di un tutto armonioso, in cui non c’è bisogno di scegliere tra spirito e materia, ma dove i due sono integrati in una visione olistica dell’esistenza.

R. Daneel Olivaw: L'Archetipo del Sé e il Processo di Individuazione

Nella psicologia junghiana, affinché si possa arrivare alla sintesi tra opposti c’è bisogno dell’azione di un archetipo ordinatore che offra un fine al processo di individuazione. Questo è l’archetipo del Sé, il quale si rappresenta nei simboli mandalici, nel mago, nel vecchio saggio. Nella serie di romanzi c’è infatti un personaggio, R. Daneel Olivaw, un robot con una missione particolare: garantire la sopravvivenza e l’evoluzione dell’umanità. Daneel, che appare anche in altri romanzi noti come il Ciclo dei Robot, può ben rappresentare questa funzione che promuove la sintesi evita la disgregazione delle comunità umane presenti nella galassia.

Daneel agisce come mediatore tra il piano spirituale e quello materiale. Il suo ruolo è quello di garantire  all’umanità una forma di equilibrio e nel corso dei secoli si rende conto che né il dominio materiale della Prima Fondazione né il controllo mentale della Seconda Fondazione possono garantire uno sviluppo equilibrato nella nuova forma di ordine galattico.

Le leggi della robotica, cui Daneel è vincolato ci dicono anche che il Sé per orientare il processo di individuazione segue dei parametri. Vi è in particolare una legge che lo guida, la “Legge 0” . 

Un robot non può recare danno all’umanità, né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, l’umanità riceva danno.

Le immagini archetipiche del Sé, che offrono consiglio, equilibrio e saggezza come la croce, il mandala, la pietra cubica, ecc. rappresentano proprio la volontà curativa entro la psiche. Il Sé junghiano è un archetipo postulato proprio per spiegare il fatto che l’energia psichica tende sempre a trovare la strada verso un tipo di equilibrio, il compito individuale è quello di comprendere questa azione, accompagnarla o addirittura lasciarla agire senza interferire.

Il Ruolo dell'Essere Umano e il progetto Galaxia

Tornando al Ciclo della Fondazione, alla fine ci sarà un superamento del Piano Seldon, un evento che dipende dalla decisione di un singolo essere umano, divenuto inviso al governo della Prima Fondazione e non addestrato e reclutato dalla Seconda Fondazione. Il protagonista delle vicende che concludono la saga infatti si chiama Golan Trevize, un uomo poco prevedibile, creativo e dotato di un formidabile intuito. A questa sua facoltà è posta la scelta tra un ordine nella galassia improntato sulla forza tecnologica e (oramai) militare della Prima Fondazione; oppure rimanere aderenti al Piano Seldon con i consiglieri della Seconda Fondazione che governano come degli illuminati da dietro le quinte. La terza alternativa, come abbiamo visto è quella sintetica, nella quale, sulle orme di Gaia, si da avvio all’integrazione degli esseri verso una mente di ordine superiore che riesce a coordinare tutte le individualità nel rispetto delle stesse, il progetto Galaxia. 

In questo caso, il protagonista del romanzo, rappresenta una coscienza in grado di portare avanti il processo di individuazione delle immagini psichiche. Questo avviene affidandosi all’intuizione e alla curiosità, è questo che spinge Trevize a viaggiare tra i pianeti ancestrali fino alla Terra. Infatti, essa è un pianeta dimenticato dai popoli della galassia e non più di un mito per gli eruditi.  Tuttavia, il nostro personaggio non è un salvatore, è mosso dalla volontà di comprendere cosa è avvenuto, cosa c’è dietro il velo delle apparenze.

Egli, quindi, rappresenta metaforicamente ciascun individuo che vuole esplorare le proprie immagini inconsce e trovare una narrazione alternativa alla propria storia passata e un presente diverso orientato da un nuovo modo di immaginare il proprio futuro.

Conclusioni

La trama del Ciclo della Fondazione di Isaac Asimov ci è stata utile per comprendere come funziona lo sviluppo degli archetipi in ognuno di noi e i bisogni che ne possono seguire. Lo stesso Jung, paragonando l’archetipo allo spettro luminoso, ci dice che ognuno di questi presenta in sé una polarità materiale e istintuale (la luce infrarossa) e una spirituale e ideale (la gamma ultravioletta). Inoltre, il processo di individuazione non è un programma prestabilito che segue delle fasi, come il Piano Seldon. Questo sarebbe uno sviluppo individuale inconscio, affidato o alle pulsioni o alle norme culturali, nella psicologia analitica si tratterebbe solo dello sviluppo della Persona, della nostra facciata sociale ed esteriore. Uno sviluppo consapevole secondo Jung è sempre frutto di un confronto tra opposti (conscio vs. inconscio ad esempio o realtà diurna vs. realtà onirica) che deve tendere all’equilibrio grazie all’azione dei simboli. È tramite il recupero, grazie all’intuizione, della funzione trascendente che è possibile superare la dinamica tra ragione e sentimento, tra conscio e inconscio, tra bene e male, ecc. verso una comprensione simbolica e una consapevolezza etica del proprio comportamento. Cioè una modalità di partecipazione che tenga conto delle alterità con le quali ci confrontiamo quotidianamente, come gli altri individui e il sistema nel quale partecipiamo.

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"La violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci"
(Salvor Hardin in Fondazione)

Isaac Asimov Cliclo della Fondazione
Isaac Asimov (1920 - 1992)
Fondazione. Il Ciclo Completo
Fondazione. Il Ciclo Completo

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