Quanto costa uno psicologo? Alcune considerazioni sul prezzo e il valore.
Il costo di una seduta dallo psicologo varia secondo determinati fattori, scopriamoli insieme e riflettiamoci.
Quando si sente il bisogno di supporto psicologico c’è sempre una domanda che ci si pone di fronte ovvero, “Quanto costa uno psicologo?”. Prima di tutto, quando siamo di fronte a problemi psicologici dobbiamo essere consapevoli che essi spesso sono il frutto di problematiche, anche minori, che si sono stratificate e irrigidite nel corso degli anni.
Pertanto, il costo che riguarda una singola seduta, seppur da tenerne conto, è la minore delle questioni in gioco. Fermo restando che se si ritiene di avere un problema specifico e non si ritiene di voler affrontare aspetti più profondi spesso bastano poche sedute per ottenere qualche sollievo.
D’altronde se si è alla ricerca di un cambiamento più strutturale e duraturo occorre più tempo, il prezzo delle sedute non è quantificabile all’inizio, anche perché riguarda il valore che diamo a noi stessi come vedremo più avanti. Infatti, siamo esseri unici che valgono più dei propri sintomi o delle etichette diagnostiche, ma spesso non lo sappiamo.
Ma adesso vediamo un po’ i fattori che concorrono a stabilire il prezzo di una seduta psicologica.
1. Il percorso di studi e di specializzazione
È risaputo che la psicologa o lo psicologo, per essere tale, ha conseguito una laurea in psicologia o scienze e tecniche psicologiche, magari fuori sede, ha frequentato un tirocinio di un anno non retribuito e si è abilitato alla professione. Per poter esercitare la psicoterapia ha dovuto scegliere tra due strade.
•Specializzazione universitaria. L’iscrizione è fissata come retta universitaria ed è quindi compartecipata dallo stato. Tuttavia, ve ne sono poche, si accede mediante selezione pubblica e sono nelle più grandi città. Non vi è una borsa di studio per psicologi, richiedono quasi sempre una frequenza infrasettimanale. Infine, i tirocini di specializzazione richiedono un monte ore annuale che rende difficoltoso un altro impiego oltre la libera professione.
•Specializzazione presso istituti privati autorizzati dal MIUR. In questo caso parliamo delle scuole di psicoterapia che preparano secondo un determinato approccio come quello cognitivo-comportamentale, sistemico, strategico, cognitivo-costruttivista, bioenergetico e psicodinamico. Hanno una retta più elevata in quanto non vi è compartecipazione pubblica, ma le lezioni sono il fine settimana così che l’allievo possa avviare la propria professione. Inoltre, spesso oltre alla retta l’allievo deve pagarsi le supervisioni e, almeno per quelle ad indirizzo psicodinamico come quelle junghiane e psicoanalitiche, è obbligatoria l’analisi personale. Anche in questo caso vi sono le ore di tirocinio non retribuito da assicurare.
2. Le competenze acquisite sul campo e le qualifiche
Altro aspetto importante per determinare un prezzo equo di una seduta psicologica riguarda l’esperienza dell* psicolog*. Di solito, infatti, chi ha più esperienza può chiedere anche un onorario più alto per effettuare le sedute, per vari motivi, ad esempio:
- si presume che in passato abbia avuto modo di trattare più casi e di avere avuto successo;
- nel contempo ha continuato a mantenersi aggiornato investendo risorse in convegni, seminari, qualifiche, ecc.;
- la maturità anagrafica, se accompagnata dalla supervisione clinica e dalla continua riflessione sul proprio essere, può aiutare nel lavoro, almeno agli inizi delle sedute.
3. I confini etici e deontologici
Durante una seduta psicologica avviene qualcosa che nel quotidiano non ci si può permettere, si manifesta la nostra intimità, emerge la nostra individualità, la nostra anima. Questo è un elemento che spesso abbiamo dimenticato di avere grazie alla società dell’apparenza o agli insegnamenti del riduzionismo per cui non si vedono differenze tra psiche e cervello.
Ad ogni modo, è lecito pensare che quando affidiamo i nostri beni più preziosi ad un professionista, come avviene per una cassetta di sicurezza in una banca, vi sia un equo compenso. La domanda qui si pone. Se non vogliamo investire nella scoperta e nella cura della nostra anima che valore diamo a noi stessi? È bene lasciare la risposta in sospeso.
In aggiunta a questo, siccome la psicoterapia oltre ad una relazione professionalmente normata è soprattutto un incontro di due individualità, per non dire anime, è bene tenere conto che:
- la seduta non finisce nei 45-50 minuti, sia l* psicolog* che il (o la) paziente continuano a “viverla” oltre, ad avere intuizioni e pensieri che la riguardano;
- di solito l* psicolog* continua ad investire risorse nella supervisione per fornire un servizio migliore.
4. L’economia locale
A concorrere alla definizione del costo di una psicoterapia concorre anche il mercato locale con le leggi della domanda e dell’offerta, i costi degli affitti degli studi e così via. Pertanto, l’onorario è influenzato anche da:
- dimensione della città ed economia locale;
- localizzazione dello studio, se in periferia o in immobili di pregio;
- la scelta del target di utenza dell* psicolog*.
5. La tipologia di intervento
Un altro aspetto dirimente per stabilire il prezzo dello psicologo è a chi è rivolta e con quale obiettivo. Una seduta di consulenza psicologica può costare anche di più di una seduta di psicoterapia poiché non è detto che il tempo sia prefissato nei canonici tre quarti d’ora, così come un primo colloquio.
Una seduta di psicoterapia di coppia ha un prezzo superiore perché aumenta la complessità alla quale il professionista deve fare fronte. Infine, vi sono altre prestazioni professionali che può effettuare uno psicologo a cui è bene rimandare al Nomenclatore del CNOP per quanto riguarda le soglie di prezzo per le prestazioni psicologiche.
Alternative gratuite o a pagamento ridotto:
La prima alternativa allo psicologo nello studio privato è rappresentata dal Sistema Sanitario Nazionale con la rete di consultori, centri di salute mentale, servizi per le dipendenze, servizi per l’età evolutiva, ecc. Anzi, questa non dovrebbe essere un’alternativa in un sistema sanitario pubblico, ma la regola. Tuttavia, sono note le scarsità di risorse destinate alla sanità pubblica, e la rete dei servizi difficilmente può essere in grado di gestire una domanda crescente.
Per ovviare a questo è stato inserito il “Bonus psicologo” attraverso il quale è l’INPS a pagare la seduta fino ad un massimo di 50 euro.
Inoltre, vi sono le reti di associazioni che offrono supporto psicologico di solito riguardanti tematiche o patologie specifiche come i centri antiviolenza e così via.
Riflessione finale
Quando ci si chiede quanto costa una seduta da psicologo, senza saperlo, parliamo di valori. Possiamo notare che da una parte abbiamo il valore che attribuiamo al denaro, dall’altra quello che diamo a noi stessi.
Fermo restando gli aspetti necessari al mantenimento di condizioni di vita adeguate, la prima riflessione da porsi è come impieghiamo il denaro nella nostra vita. Lo accumuliamo? Lo spendiamo per apparire? Lo utilizziamo per riempirci di beni? Ci serve a sperimentare le ultime novità in qualche campo? Le domande sono infinite così come le risposte.
In generale, la psicologia junghiana interpreta il denaro dei sogni come energia psichica, sull’onda di questa suggestione possiamo domandarci: dove vanno a finire quelle energie spese tramite il denaro?
Ma per arrivare al livello analitico non abbiamo finito, infatti ogni considerazione alla fine andrebbe coniugata non solo con una presa di posizione sui nostri valori di riferimento, ma anche sul “valore in sé”.
In questo ci aiuta l’etimologia latina che ci rimanda a “valere” ovvero “essere in forze” tanto che la valetudo per i nostri antenati latini era la salute.
Notiamo così che il denaro, se è un valore, non ci porta alla valetudo. Questo può avvenire se da valore diviene mezzo, energia e se vengono scremati tutti i valori superflui, ovvero quelli che non ci rendono valenti e in buona salute.
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Quanto più sono materialistici i valori di una persona, tanto meno argento filosofico si troverà, ovvero tanto meno quella persona sarà in grado di riflettere sul denaro se non in termini di «quello che il denaro può comprare».
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